La
Civetta, bardo notturno
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Sono le tre del mattino, di una notte come tante, di
primavera. Puntuale come un orologio, il famigliare richiamo “coo-coqueo!
coo-coqueo!” mi sveglia, piutosto all’improvviso. Proviene da un paio di metri
sopra la mia testa, perché sul tetto della mia camera da letto un singolare
bardo canta tutte le notti.
E’ una Civetta (Athene noctua), che rivendica
così, minuscolo fagottino d’orgoglio, il suo territorio e, mi piace
pensarlo, la sua lode alla Vita.
La Civetta è un piccolo strigiforme lungo circa 20
cm. E’ forse il rapace notturno europeo più diffuso (7 sottospecie di
questo animaletto sono diffuse nel nostro continente), e nonostante ciò
inizia anch’essa a risentire dell’influsso antropico. Questo uccello, legato
tanto ai giardini di città quanto alla campagna, nidifica tra aprile e
luglio nei cavi degli alberi, nei sottotetti, nei ruderi, nei camini, ecc…
Depone fino a 7 uova che, covate dalla femmina, schiudono dopo 4 settimane
dando vita a dei lanuginosissimi pulcini. Questi passano circa 20 giorni nel
nido, imbeccati dai genitori, prima di lasciarlo definitivamente.
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L’alimentazione di questo splendido uccellino è
molto varia, soprattutto in città questo particolare aspetto ricopre un
ruolo importante nella sopravvivenza dell’animale: si nutre infatti tanto di
micromammiferi e piccoli uccelli quanto di grossi insetti, Coleotteri,
lombrichi. Come tutti gli strigiformi, anche la civetta rigurgita i resti
indigeribili delle proprie vittime in ammassi detti borre. Quelle di questo
rapace sono abbastanza piccoli, spesso scuri e luccicanti a causa dei resti
chitinosi degli insetti mangiati. Gli
adulti tendono a formare coppia fissa per tutto l’anno e sono tra i pochi
uccelli in cui i partner si scambino l’un l’altro affettuosità anche
fuori dal periodo degli amori. Il maggior pericolo per loro? L’uso di pesticidi
nelle nostre campagne, che ne avvelenano le principali prede. Inoltre, negli
ultimi anni è aumentato il numero degli esemplari uccisi o feriti dagli
scontri con le auto. Insomma, pare che la vita si stia facendo dura anche per
le povere Civette! Come aiutarle? Innanzitutto allestendo un giardino ricco di
essenze spontanee, con qualche angolino incolto, in modo che il piccolo
strigiforme possa trovarvi cibo. Poi, predisponendo delle apposite cassettine
per rapaci notturni, sotto i tetti o sugli alberi più alti del nostro
giardino (per maggiori informazioni sulle cassette nido, contattate la LIPU).
Così potremo sperare ancora di poter ascoltare il canto di questo
piccolo, baldanzoso e simpatico (anche se non troppo intonato) bardo notturno.
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