…No, non sto parlando della famosa tequila col verme!

Intendo parlare, in queste righe, di uno strumento fantastico alla portata di ognuno di noi, che potremo avere a costo zero e che ci sarà prezioso come l’oro. Di cosa sto parlando? Ma delle bottiglie di plastica, naturalmente!

 

Come potremo utilizzare le bottiglie di plastica da 1,5 e 2 litri? In due modi, fondamentalmente: come terrario d’allevamento per le larve e come trappola per catturare cetonini ed altri  insetti in natura. Ma vediamo ciò che ci serve.

 

In figura 1, potete osservare tutto il materiale che prenderemo in considerazione: due bottiglie di plastica ed un taglierino. Non ci serve altro. Se il nostro scopo è costruire un terrarietto, useremo solo bottiglie di questa forma, se invece vogliamo trasformarle in trappole, andrà bene qualunque bottiglia. 

 

Fig. 1

 

Come costruire un contenitore di allevamento

 

Cominciamo con la preparazione della prima bottiglia. Per prima cosa, assicuratevi che il diametro superiore (A) sia maggiore del diametro inferiore (B). Questo permetterà il buon incastro della parte superiore su quella inferiore a lavoro finito. Ora con il cutter  andiamo a tagliare la bottiglia lungo il diametro (A) e lungo il diametro (C). Eliminato il pezzetto in mezzo ed il tappo, ci ritroveremo con due parti (fig. 2) che dopo esser state asciugate da rimasugli del liquido che contenevano potranno semplicemente essere riunite incastrando la parte superiore su quella inferiore (fig. 3). Le bottiglie così preparate andranno riempite col substrato d’allevamento fino al diametro (B), ed infine vi piazzeremo la larva.

 

Fig.2

 

Fig.3

 

Tutto qui? Sì, tutto qui! Questo sistema è eccellente per allevare singolarmente larve di Cetonini, Dinastini e Lucanidi appartenenti a specie di piccola e media taglia. E’ un sistema d’allevamento fantastico per tenere divise, in poco spazio, larve con tendenze cannibalistiche, come quelle di Amaurodes, e per garantire ad ogni esemplare la giusta quantità di cibo. Le bottiglie possono essere pulite con facilità, richiedono poca manutenzione e mantengono facilmente il giusto tasso d’umidità. Ogni larva viene ad avere a disposizione poco più di un litro di substrato.

Qualcuno potrà obbiettare che è poco, ma in realtà andiamo ad analizzare dove vivono questi animali: in gallerie scavate dentro un substrato. Alla larva importa avere un substrato ricco di nutrimento e sufficientemente profondo in cui scavare gallerie, e se provvederemo ad aggiungere periodicamente un’adeguata quantità di sostanze nutritive, sotto forma di foglie morte, legno marcio, frutta, i nostri insetti si svilupperanno benissimo. Ovviamente non vi potremo allevare larve di Chalcosoma o di Gholiatus, ma io ed alcuni amici abbiamo sperimentato con successo questo sistema con le larve delle seguenti specie:

 

Cetonini:

Amaurodes passerinii;

Cetonia aurata;

Dicronorrhina sp.;

Eudicella sp.;

Gymnetys sp.;

Pachnoda sp.;

Potosia sp.;

Dinastini:

Oryctes nasicornis;

Lucanidi:

Dorcus sp.;

Homoderus mellyii.

 

Non dimentichiamo che i giapponesi, i maestri indiscussi nell’allevamento dei Lucanidi, consigliano per molte specie l’allevamento proprio in contenitori del volume di 1-1,5 litri! Nella fig. 4 si possono vedere alcune bottiglie funzionanti. Le due con un substrato chiaro ospitano larve di Homoderus, un Lucanide africano, mentre quella al centro con substrato scuro ospita una larva di Oryctes nasicornis, forse il più bel Dinastino europeo.

 

Fig. 4

 

E oltre a questo, potremo utilizzare le bottiglie così preparate per altri due scopi.

 

Innanzitutto, per far incubare le uova dei Fasmidi. Metteremo sul fondo della bottiglia un sottile strato di vermiculite umida (oppure torba bionda di sfagno, sempre umida), disporremo le uova con attenzione in modo che non si sovrappongano l’una con l’altra, e chiuderemo la bottiglia nel solito modo. Terremo le bottiglie così preparate in un terrario termostatato sui 25°C, controllando periodicamente l’umidità. Non appena vedremo i primi piccoli sulle pareti della bottiglia, sarà nostra cura tagliare la bottiglia un paio di cm sopra il livello del substrato e inserirla in un terrario preparato in cui sia presente un rametto della pianta nutrice.

 

La visita al bellissimo sito Macrophasmatodea,  di Davide Vallotto, che consiglio a tutti gli appasionati di questi Insetti di visitare, mi ha ispirato nel cercare di usare in modo più creativo le nostre bottiglie per fare un’incubatrice per uova di Fasmidi. Ci occorreranno una bottiglia di plastica (col diametro superiore MINORE di quello inferiore), forbici, pistola a colla termica e un po’ di zanzariera in plastica (Fig. 5). Prendendo a riferimento la Fig.1, taglieremo in C ed in B, eliminando il pezzo in mezzo (Fig. 6). Quindi, con la colla termica, incolleremo lungo il diametro C un pezzo di  zanzariera (Fig.7), che poi andrà accuratamente rifilato (Fig 8). Mettiamo un paio di dita d’acqua sul fondo della bottiglia, incastriamo la parte superiore in quella inferiore, e mettiamo dentro dall’imboccatura della bottiglia le uova. Sfruttando la colla rimasta dall’eliminazione dell’etichetta, applichiamo un foglietto con scritta la specie e il periodo in cui sono state deposte le uova (Fig. 9). L’acqua fornirà la necessaria umidità, e l’assenza di substrato ci aiuterà ad evitare le muffe. Per areare le uova basterà sfilare la parte superiore per qualche minuto, ogni settimana. In caso di uova che richiedano maggiore areazione, sostituiremo il tappo con della zanzariera o del tulle trattenuti da un elastico. In Fig.10 un altro esempio, con un’altra bottiglia di forma differente…il pezzo di bottiglia eliminato è più grande, ma il risultato non cambia! Tutte le incubatrici potrenno essere poi stockate in un terrario termostatato sui 25°C.

 

Fig. 5                                                                              Fig 6

 

Fig.7                                                                               Fig.8

 

Fig.9

 

Fig.10

 

Una bottiglia tagliata e preparata come si è visto per i Coleotteri è poi un ottimo terrarietto per giovani ninfe di mantidi. Potremo inserire un bastoncino cui l’Insetto si aggrapperà, e nient’altro. Questo mini terrario sviluppato in altezza ci permetterà di accrescere mantidi di specie anche non piccole (Mantis, Hyerodula) fino alla penultima muta, quando verranno passate in un più ampio fauna box. Per quegli esemplari che richiedono maggiore umidità, potremmo adirittura inserire un rametto di edera o di rovo, tenuto a mollo in un contenitore per rullini dal coperchio forato.

 

 

Come costruire una trappola per Cetonini

 

A volte può capitare la ventura di trovarsi in una località in cui si sa che esistono coleotteri interessanti, ma che non si sa dove cercare. Per la cattura del Cetonini in natura può essere molto utile l’utilizzo di piccole trappole come quella che andremo a costruire ora.

 

Prendiamo una bottiglia e tagliamo con il cutter su un lato una finestra di circa 6cm x 10cm (altezza) a circa 7-10cm dal fondo, ed eliminiamo il rettangolo di plastica in avanzo (fig. 11). Io, per comodità, ritaglio sempre  il pezzo in cui si trovano i rimasugli della colla dell’etichetta. Ora prendiamo il tappo, foriamolo in due punti, e facciamoci passare un pezzo di fil di ferro che costituirà il gancio con cui l’appenderemo (fig.12). Avvitiamo il tappo (fig.13), et voilà! La trappola è pronta!

 

Fig. 11

Fig.12

Fig. 13

 

Andrà innescata ponendo sul fondo, sopra un filo di sabbia, frutta matura odorosa. Io ho ottenuto i migliori risultati con un miscuglio di albicocca e banana. La sabbia serve per assorbire il succo in eccesso, che potrebbe impiastricciare letalmente insetti piccoli e delicati. Con questo sistema si hanno buone catture di Cetonini, ma anche di Cerambicidi, Dermestidi, Satiridi, Ninfalidi, Panorpidi e Ditteri. Insomma, di tutto un po’! La trappola va collocata tra i cespugli, ad un metro e mezzo d’altezza o due, lontana dal sole diretto, e controllata regolarmente (meglio se più volte al giorno) per evitare che gli insetti si deteriorino e muoiano. Buona raccolta!!

 

AGGIORNAMENTO PROVVISORIO DI SETTEMBRE 2004: Gli amici del Gruppo Modenese Scienze Naturali mi hanno consigliato di spostare la finestrella nella parte alta della bottiglia, nella trappola. In questo modo gli Insetti hanno molte più difficoltà a fuggire. Dopo averla provata per un’estate, devo dire che è davvero molto più efficace così! Vanno quindi a loro (e in particolar modo all’impagabile Franco Rebucci!) tutti i miei più sentiti ringraziamenti per la dritta!

 

 

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