La
Muta negli Insetti
Brasidas samarensis –
Heteropteryginae -Filippine
Tutti gli Insetti vanno incontro regolarmente ad un
fenomeno chiamato muta, che consente loro di accrescersi. Ma cose accade a questi
animali, e come avviene esattamente questo processo?
Innanzitutto, cominciamo col dire che come tutti gli
Artropodi, gli Insetti sono caratterizzati dalla presenza di un esoscheletro (o
“scheletro esterno”) chitinoso, una vera e propria “armatura” che sostiene i
muscoli e i tessuti. Essa è formata da strati differenti secreti
dall’epidermide, alcuni dei quali più o meno fortemente chitinizzati. La
rigidità della chitina impedisce un accrescimento uniforme e continuo
della cuticola, che deve essere sostituita regolarmente con una nuova di
maggiori dimensioni. Al momento della muta, si ha il distacco di muscoli e
tessuti dalla vecchia cuticola, che in parte viene dissolta per poterne
riutilizzare alcuni componenti. A questo punto avvengono numerosi fenomeni che
includono la moltiplicazione cellulare, cambiamenti nel metabolismo di
proteine, grassi e carboidrati, eventuali fenomeni di rigenerazione, la
secrezione di una nuova cuticola ed il suo successivo indurimento a muta
avvenuta. Tutti questi processi sono dovuti all’azione concertata di una serie
di neurormoni e dell’ormone della muta, l’Ecdisone.
L’Ecdisone è un ormone che deriva dal Colesterolo,
ed è prodotto e immagazzinato nella ghiandole della muta, che negli
Insetti sono le ghiandole protoraciche. Esso è rilasciato nel sistema
circolatorio di questi animali al momento della muta, sotto l’azione di
specifici neurormoni prodotti nella pars intercerebralis. Da qui i
neurormoni passano ai corpora cardiaca in cui vengono accumulati e
rilasciati, poco prima della muta, a stimolare la secrezione dell’Ecdisone.
L’attività delle cellule cerebrali secernenti il neurormone è
regolata da stimoli esterni (fotoperiodo, temperatura, ecc…) ed interni.
Per tutto il periodo dell’accrescimento, i corpora
allata, siti nella zona retrocerebrale,
producono uno speciale ormone giovanile, che modifica il comportamento
dell’Ecdisone e de facto impedisce all’animale di divenire adulto. Solo
nel corso dell’ultimo stadio larvale i corpora allata smettono di
funzionare, e ciò fa sì che l’azione del solo Ecdisone porti
l’Insetto alla maturità con la muta successiva. Se sperimentalmente si
eliminano i corpora allata in una larva immatura, essa diverrà
adulta precocemente dando un adulto nano. Al contrario, somministrando ad una
larva all’ultimo stadio dell’ormone giovanile, alla muta successiva non
diverrà adulta (o non impuperà), ma affronterà un
ulteriore periodo larvale.
Il fenomeno dell muta è fondamentalmente il
medesimo tanto per gli Insetti a metamorfosi completa (Olometaboli), come
Coleotteri e Lepidotteri, quanto per quelli a metamorfosi incompleta
(Emimetaboli), come Fasmidi e Mantidi.
Per tutti è probabilmente il momento più delicato della propria
vita, quello in cui sono più esposti ai predatori e maggiormente sensibili
a danni di natura meccanica (cadute, ecc…). Non si raccomanderà mai
abbastanza di non disturbare Fasmidi e Mantidi al momento della muta, e di
fornire loro appigli adeguati ad una certa altezza (almeno due volte le
dimensioni del corpo), e di non scuotere i bozzoli dei Coleotteri nel primo
periodo della loro costruzione, quando la larva sta attraversando il delicato
momento dello stadio di prepupa. Come esempio per tutti, proporrò una
sequenza fotografica della muta di un Insetto Emimetabolo.
Cliccate sulle foto per
ingrandirle
Ecco
la nostra eroina, una ninfa femminile di Brasidas samarensis, un Fasmide
dell Filippine. Al momento della muta, l’insetto cerca un ramo robusto a cui aggrapparsi.
Trovatolo, si gira a testa in giù ed aspetta….
Il
vecchio esoscheletro, o esuvia, inizia a spaccarsi subito dietro la testa,
lungo il torace e l’animale inizia lentamente a fuoriuscirne.
La
spaccatura si ingrandisce, e la testa e la parte anteriore del torace sono
fuori. Notate come le antenne restino ancora nell’esuvia. Saranno tra le ultime
appendici a fuoriuscire, per cui l’insetto durante la muta conserverà
sempre un aspetto…ingobbito.
Le
zampe anteriori cominciano ad esser libere, mentre le posteriori e le mediane
sono ancora bloccate dalla vecchia esuvia.
La
stessa fase, vista…di schiena.
Pompando
emolinfa lungo il corpo, la ninfa libera via via porzioni sempre più
cospicue delle sue zampe e delle antenne.
Le
zampe iniziano ad allargarsi….
Le
zampe anteriori e mediane sono oramai libere, e manca poco anche alla
liberazione delle antenne e delle zampe posteriori.
Ed ecco, con un ultimo sforzo, che l’insetto libera tutte
le zampe e le antenne, restando attaccato all’esuvia solo con la parte
terminale dell’addome. A questo punto rimarrà in questa posizione per
diversi minuti, fino all’indurimento del nuovo esoscheletro, quindi si
allontanerà. Molti Fasmidi hanno l’abitudine di nutrirsi della vecchia
pelle, per reintegrare sostanze nutritive che altrimenti andrebbero perse…per
la cronaca, è proprio quello che la femmina di Brasidas ha fatto!