Sceloporus malachiticus  - un ospite straordinario

 

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Il genere Sceloporus, appartenente alla famiglia Iguanidae (sottofamiglia Phrynosomantinae), comprende molte specie diffuse in America centro meridionale e su fino agli Stati Uniti. Sono tutte caratterizzate da una taglia relativamente contenuta e da scaglie carenate terminanti con una spina sottile, che ha valso loro il nome americano di Spiny Lizard. Sceloporus malachiticus proviene dall’America centrale, ed è diffuso in Messico, Panama, Costa Rica, Nicaragua, Honduras, Salvador e Guatemala.

Questa specie presenta un notevole dimorfismo sessuale. I maschi raggiungono i 20 cm, ed hanno una colorazione brillante verde malachite sul corpo che diventa turchese-ramato sulla coda. La gola è blu, come pure sono blu due fasce orlate centralmente di nero che ornano ventralmente i fianchi dell’animale. La femmina raggiunge invece i 12-14 cm, ed ha una sobria colorazione marrone marmorizzata di scuro. Entrambi i sessi mostrano un mezzo collare nero sulla gola e parti ventrali bianche. Nelle foto sopra, a sinistra la coppia, al centro il maschio, a destra la femmina.

In natura, esso vive in una quantità di ambienti differenti, dai canyon rocciosi ed aridi fino ai tetti delle abitazioni, e non è raro vederlo prendere il sole sull’uscio delle case. Ma il suo habitat d’elezione sono le foreste montane, con temperature diurne di  24-28 gradi e notturne di 16-18 gradi. In questo ambiente Sceloporus malachiticus colonizza gli alberi che circondano le radure, un po’ come le nostre Podarcis muralis. Già questa gran varietà di habitat fa comprendere quanto questi Rettili siano adattabili e robusti.

Era da tempo che desideravo provare ad allevare questi Rettili, ed una visita allo Zoomark nel maggio 2003 me ne ha dato l’occasione. Ho infatti acquistato in quella sede una coppia di questi animali, un maschio enorme con una femmina piuttosto giovane. Certo, sarebbe stato meglio un picolo harem composto da un maschio e due o tre femmine, ma le mie finanze languivano…. Fin da subito hanno dimostrato di essere animaletti estremamente intelligenti, che riconoscono chi da loro da mangiare ed arrivano a prendere nell’arco di una sola settimana il cibo dalle mani dell’allevatore.

Nelle riviste specializzate si consiglia di tenere questi animali in un terrario tropicale arido o semiarido, e certamente vi si adattano piuttosto bene, ma leggendo delle note di un ricercatore Panamense sulla loro vita nelle foreste montane mi sono deciso ad offrire a questi animali una sistemazione differente, in un terrario arredato con molte piante e con una buona vaschetta per l’acqua. La temperatura diurna di 32 gradi nella zona più calda del terrario è garantita da un comune spot, mentre di notte lascio che essa si abbassi naturalmente fino a 15-18 gradi. In questa vasca gli animali si sono sempre sentiti molto a loro agio, mostrando un comportamento affascinante soprattutto per quel che riguarda i rapporti iterspecifici. Infatti quando due di questi sauri hano delle dispute territoriali, esibiscono un complicato codice di segnali fatti muvendo in verticale il capo, quasi a stabilire una sorta di alfabeto Morse.  Proporrei inoltre, vista l’indole arboricola di questi rettili, l’allevamento in terrari sviluppati verticalmente, in cui questi  Rettili mostrano un comportamento molto naturale. L’alimentazione in cattività non rappresenta un problema: Tarme della farina, Camole del miele, Caimani e soprattutto Grilli sono accettati senza il minimo problema. È bene non eccedere con Tarme e Camole, a causa dell’alto contenuto di grassi presenti in questi animali. Gli Sceloporus hanno inoltre dimostrato di apprezzare anche Coleotteri piuttosto coriacei, come Tenebrio molitor adulti, e persino le Cimici non sono sgradite!

Qui sotto ecco altre foto. A sinistra il maschio, al centro la femmina. La foto di destra mostra quanto questi animali possano diventare docili con l’allevatore. Il maschio era venuto sulla mia mano per prendere dalle mie dita una tarma della farina, dopo di che si è attardato qualche istante per godersi il calduccio della lampada da questo insolito posatoio!

 

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Ecco qui sotto un’immagine del terrario degli animali. La vasca misura 50x30x50 (H) cm, è arredata con rami di Leccio e con piante di Scindapsus e Phylodendron coltivate per via  idroponica. Per il substrato ho utilizzato torba bionda di sfagno, priva di additivi chimici, nella quale la femmina ama interrarsi la notte. Il maschio invece preferisce dormire sulla parte più alta dei rami.

 

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Con l’avvicinarsi dell’estate, ho iniziato a pensare ad una soluzione che mi consentisse di allevare questi stupendi animali all’aperto. Ho così deciso di costruire una gabbia terrario in rete metallica dalle maglie di 5 mm, alta un metro e del diametro di 50 cm, della cui costruzione darò adeguata descrizione in una apposita pagina. All’interno di questa gabbia ho posto un vaso contenente Scindapsus e Phylodendron, legati ad un tutore, ed una ciotola dalle pareti alte dove inserire il cibo.  Il tutto è stato posto in un terrazzo esposto ad ovest, ed i Rettili vi hanno passato i mesi di giugno, luglio, agosto e settembre. Gli animali si sono potuti godere il sole tutti i pomeriggi, e non hanno avuto problemi né durante i giorni più caldi, quando la temperatura sfiorava i 34 gradi, né durante le sere più fredde, quando la temperatura rasentava i 13-14 gradi. Il cibo in estate era ovviamente ancora più vario, e oltre a tarme della farina e camole del miele offrivo Cavallette, Falene, Cimici, Ragni, ecc… Ogni tanto gettavo pure dei pezzetti di carne nel vaso delle piante, in modo che il loro odore attirasse le mosche che poi venivano predate dagli Sceloporus. In questo modo ho potuto evitare la somministrazione di preparati vitaminici supplementari. Gli animali, per dormire, si spostavano subito sotto il coperchio del terrario, nella zona più alta della gabbia. Qui sotto alcune foto scattate nella “residenza estiva”.

 

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L’unica cosa che mi rammarico di non aver potuto osservare è stata la riproduzione. Più volte ho potuto osservare il corteggiamento e gli approcci del maschio: egli si avvicina alla femmina lateralmente e da dietro, gonfiando la gola e compiendo i classici movimenti verticali della testa, quindi la mordicchia cul corpo, vicino al collo. Non ho mai potuto osservare, purtroppo, l’accoppiamento vero e proprio. La femmina dovrebbe partorire, dopo circa 3 mesi, tra i 4 ed i 15 piccoli, perfettamente in grado di cavarsela da soli. Nel caso avvenissero dei lieti eventi, aggiornerò più che volentieri questa pagina!

In definitiva, non posso che consigliare assolutamente a tutti questi Rettili magnifici, anche a chi per la prima volta si avvicina all’arte della terrariofilia. Sono simpatici, arguti, intelligenti, dimostrano di riconoscere chi li accudisce e gli danno fiducia. Tutte queste caratteristiche, unite alla facilità di allevamento e alle dimensioni ridotte, ne fanno davvero degli ospiti d’elezione per ogni terrario!

 

 

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