L’allevamento in cattività dei Fasmidi si presenta in linea di massima privo di eccessive problematiche. Occorre ovviamente garantire agli Insetti le corrette condizioni di areazione, temperatura e umidità, oltre che spazi d’allevamento adeguati alla taglia dell’animale. Questo potrà sembrare ovvio, ma avere a che fare con una ninfa subadulta di una specie molto grande può rappresentare un problema per l’allevatore. Ricordiamoci infatti che un fasmide, durante la muta, ha bisogno ad uno spazio verticale pari al DOPPIO della sua lunghezza corporea.

Qui sotto, in fig 1, ecco un esempio di un classico contenitore che si trova facilemnet in commercio, il tanto diffuso fauna box. Ottimo per specie di piccola-media taglia, presenta una buona areazione pur mantenendo una adeguata umidità ambientale. In questo caso, il terrario ospita alcune femmine di Phyllium. Ho optato per l’utilizzo di nessun tipo di materiale di fondo per una maggiore rapidità di pulizia e per poter raccogliere più facilmente le uova. L’unico oggetto presente è un barattolo di vetro con un ramo della pianta nutrice, chiuso da una spugnetta per evitare che gli insetti possano finire in acqua ed annegare. Questo, per quanto strano vi possa sembrare, è purtroppo un avvenimento piuttosto comune. Soprattutto specie come l’Aretaon asperrimus sembrano essere inesorabilmente attratte dal barattolino dell’acqua…

 

Fig. 1

 

Ed eccco, in Fig. 2, lo stesso tipo di terrario, con alcune piccole modifiche. Il fondo è infatti ricoperto da qualche cm di torba bionda di sfagno, ottimo substrato che mantiene bene l’umidità e può essere utile nei terrari dei giovani in crescita. E’ inoltre indispensabile per tutte quelle specie e generi (Aretaon, Heteropteryx, Brasidas, ecc…) che amano nascondersi tra le foglie secche al suolo, e le cui femmine depongono in profondità nel substrato le proprie uova. In quest’ultimo caso, lo spessore della torba potrà essere di 5-10 cm. Inoltre tra il terrario ed il coperchio è stata interposta una fine zanzariera di materiale plastico, per evitare che i piccoli appena nati possano uscire dalle fessure del coperchio.

 

Fig.2

 

I fauna box risultano però inadatti qualora si debbano allevare specie molto grandi, come certi Baculum o le Pharnacia, che raggiungono facilmente le dimensioni di 25-35 cm zampe comprese. Per animali come questi, che richiedono uno spazio di muta molto più ampio (altezza del terrario 50 –80 cm), sarà necessario provvedere a contenitori più grandi. Nella fig. 3 si vede il terrario dove io tengo le specie di dimensioni maggiori. In legno e plexiglas, presenta un sistema di riscaldamento “a ventola”: in pratica, in uno spazio  sul retro del terrario sono alloggiate due lapadine da 25 W collegate ad un termostato, che le fa entrare in funzione  quando la temperatura scende sotto i 25°C. Contemporaneamente si accendono due ventoline da computer che fanno muovere l’aria creando una perfetta diffusione del calore, e una ventilazione forzata che oltre ad essere benefica contro l’insorgenza di muffe  spinge pure gli Insetti a nutrirsi durante il giorno. 

 

Fig.3

 

Per l’allevamento dei fasmidi possono poi essere usati anche terrari in rete, che mantengono una ottima areazione ma che forse sono maggiormente soggetti a perdita di umidità. In tutti i casi i nostri terrari andranno spruzzati una volta al giorno (due o tre, nei mesi più caldi e nei climi più torridi), per fornire agli animali le giuste condizioni di umidità. Usate un nebulizzatore che produca le gocce più fini possibili, e fate attenzione soprattutto nei terrari dei neonati: potrebbero morire annegati in una goccia troppo grande, o ancora potrebbero restare col corpo incollato alle pareti del terrario a causa della tensione superficiale. Riguardo al riscaldamento, diciamo subito che nonostante la temperatura ottimale d’allevamento per la maggior parte delle specie sia di circa 25°C, ci sono debite eccezioni. Ad esempio, Oreophoetes richiede temperature più basse, perché proviene dalle foreste montane del Perù, e spesso nei nostri climi non riesce a superare l’estate se la temperatura sale olre i 22°C; molte tra le specie più diffuse invece non sembrano risentire di temperature più basse, fino a 18-20°C, anche se il loro metabolismo rallenta e con esso la loro velocità di crescita. A mio avviso, una soluzione abbastanza buona è quella di usare dei cavetti riscaldanti ESTERNAMENTE al terrario, il quale dovrà essere da essi sollevato mediante uno spessore. Collegando al cavetto un termostato posizionato sul fondo della vasca e tarato sui 25-26°C, faremo in modo che le uova deposte che cadono sul fondo non finiscano per ustionarsi a causa dell’eccessivo calore.

Il terrario andrà mantenuto pulito eliminando per quanto possibile gli escrementi e le foglie secche. Le uova raccolte potranno essere incubate a parte, in contenitori di dimensioni adeguate su un letto di vermiculite o di torba bionda di sfagno leggermente umide, eliminando le eventuali muffe che avessero a formarsi. Io, spesso e volentieri, adopero le bottiglie. Alla nascita i piccoli andranno trasferiti  in un terrario a parte, che non andrà sovrappopolato. Nei primi giorni soprattutto è necessario che possano avere da bere in maniera adeguata, per evitare che muoiano di disidratazione. Le spruzzature quotidiane sono, in questo periodo, importantissime.

 

Altre pagine utili:

 

La muta negli Insetti

 

La riproduzione nei Fasmidi

 

Uova... in bottiglia!

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